Una gaffe su Montale
inaugura la maturità
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Ieri mezzo milione di studenti ha svolto la prima prova scritta |
Errore sulla traccia ispirata a «Ripenso il tuo sorriso»
MARIO BAUDINO
«Nella prima strofa il poeta esprime, in una serie di immagini simboliche, da una parte la sua visione della realtà e dall’alta il ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile». Questo dice, al primo paragrafo della «analisi del testo», il tema d’italiano proposto ieri per la Maturità e dedicato a una notissima poesia di Eugenio Montale dagli «Ossi di seppia», «Ripenso il tuo sorriso», già presente nell’edizione del 1925. Passi per la visione della realtà, ma la figura femminile non c’entra per nulla. Il ministero dell’Istruzione, questa volta, l’ha fatta grossa: la formulazione del tema, con tutto l’apparato di aiuti per la comprensione, è sbagliata dall’inizio alla fine. Non ci sono donne in «Ripenso il tuo sorriso», che è infatti dedicata a un maschio, anzi per la precisione a un ballerino russo. Chi ha un po’ di pratica con Montale lo sa benissimo, anche senza dover consultare il testo critico pubblicato nell’80, per Einaudi, da Gianfranco Contini e Rosanna Bettarini col titolo «L’Opera in versi».
C’è di più: il componimento è stato sempre pubblicato, nelle varie edizioni degli «Ossi», come l’aveva voluta il poeta, e cioè con la dedica «a K.». Gli esperti del ministro Gelmini, per qualche insondabile motivo, l’hanno invece lasciata cadere. E di lì in poi, via con le speculazioni sulla figura femminile e sulla «pensata effigie della donna», che in molte scuole hanno provocato sconcerto: almeno dove i docenti si sono accorti della gaffe e hanno cercato di porvi rimedio, spiegando come stavano le cose. Non è un’impresa improba: basta la nota che c’è a pagina 1070 del Meridiano Mondadori dedicato ai versi del poeta. Si legge: «”K.” è il danzatore russo Boris Kniaseff, che Montale conobbe a Genova dopo averlo ammirato al Teatro Verdi mentre lavorava nella compagnia di Maria Jueva». Si può aggiungere che è nato a San Pietroburgo nel 1900, è emigrato nel ‘17, è morto a Parigi nel 1975, e Montale parlò di lui trent'anni dopo in un articolo sul «Corriere d’informazione».
Va aggiunto, a scanso di equivoci, che era felicemente sposato con una prima ballerina. L’ipotesi che gli esperti del ministero abbiano voluto coprire con un velo di pudore un particolare ritenuto, chissà perché, imbarazzante nella biografia di Montale è quindi da escludere tassativamente. Pensare a un’incredibile distrazione, però, resta altrettanto difficile: nella poesia - basta leggerla - nulla suggerisce un’immagine femminile. «Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida» il primo verso, potrebbe essere neutro. Però la seconda quartina inizia così: «Codesto è il mio ricordo: non saprei dire, o lontano,/ se dal tuo volto...». Eccetera eccetera. «O lontano» è un vocativo, pur senza acca. Maschile. Dice anche (al ballerino russo) «sei dei raminghi che il male del mondo estenua». Insomma, la sintassi sarà un po’ difficile, però il senso è chiaro. Basta leggere, la poesia non nasconde proprio nulla.
Si sa che l’operazione maturità è complessa: c’è una commissione, in cui siede anche il ministro dell’Istruzione, che deve preparare 912 tracce diverse per le varie scuole indirizzi, avvalendosi di consulenti per ogni area di competenza. Ed è persino consuetudine che il ministro, per le materie più importanti, si riservi l’ultima parola. Un mare di tracce, un mare di gente. Chissà, forse era uno scherzo.
No vabbè... (NdB) (...dove B sta per BLOGGER!!)